domenica 23 marzo 2008

Images and Words

Sperando di non prenderla troppo alla larga, vorrei dettagliare cosa mi lega, oltre all'aspetto musicale, a questo album che e' decisamente fra i miei preferiti (se non il mio preferito). Quando usci', ormai nel lontano '92, la mia scena musicale preferita, cioe' quella hard rock, street metal, AOR, glam rock era ormai in declino, spazzata via dal grunge, genere musical caratterizzato dalla scarsa tecnica musicale e dai muri di chitarre sgraziati; questo e' ovviamente uno dei motivi che mi ha sempre fatto odiare il grunge, ma questo e' un altro discorso...

In questo periodo non c'erano molti nuovi dischi che mi entusiasmavano, perche' come detto sopra, o i gruppi che mi piacevano si scioglievano, oppure si adattavano al grunge (situazione forse peggiore!). Quando il mio maestro di chitarra di allora mi fece ascoltare questo disco, rimasi immediatamente colpito e stupefatto perche' era da un po' di tempo che un disco/gruppo nuovo non catturava la mia attenzione. E Images and Words dei Dream Theater colpi' subito nel segno!

Da chitarrista, non potevo che rimanere affascinato dalla tecnica magistrale del chitarrista John Petrucci; tuttavia, non sono uno che ascolta un gruppo solo per la tecnica. Quello che mi colpi' di questo disco fin dal primissimo ascolto erano le strutture delle canzoni, complesse ma comunque melodiche, intricate ma comunque di facile presa, dolci ma comunque heavy al punto giusto. Che piacevole shock! Acquistai subito il disco, e lo "consumai"!

I Dream Theater hanno senz'altro riportato alla luce il progressive, anche se in una vena piu' heavy. Ricordano soprattutto le melodie e le strutture articolate dei pezzi dei Kansas, hanno la potenza dei Rush, e l'impatto (a volte piacevolmente devastante) del trash dei Metallica, anche se non disdegnano spesso gli aspetti melodici e psichedelici alla Pink Floyd, e mantengono sovente la fede legata all'hard rock d.o.c. dei Deep Purple e Led Zeppelin.

Con questo disco (e' il secondo della loro discografia) i Dream Theater hanno catturato molti fan e sono diventati uno di quei gruppi molto imitato (spesso con scarso successo) e senz'altro sono di quei gruppi che si amano o si odiano :-)

Images and Words inizia con "Pull me under" i cui riff graffianti e molto heavy ricordano i pezzi dei Metallica originali, anche se qui ci sono stacchi tecnici e parti un po' piu' melodiche. La chitarra di John gia' dal primo pezzo si mette in mostra con diversi aspetti virtuosistici, ma la tastiera di Kevin Moore le tiene testa. Ma e' il secondo pezzo, "Another Day" che mi colpi' al primissimo ascolto: una fantastica ballad, densa di melodia, sia nelle linee vocali, sia nell'assolo di chitarra (uno dei piu' belli di John senz'altro, che dimostra che non sa andare solo veloce ma che ha un tocco che fa "cantare" la chitarra).

Segue poi "Take the time" pezzo di discreta lungezza (cosa che caratterizza spesso i Dream Theater) che contiene vari cambi di tempo, ma che fa della melodia lo scopo principale. Peraltro nel mezzo si assiste ad una parte strumentale pazzesca e mozzafiato, che ancora una volta riesce a coniugare tecnica e gusto melodico. Una cosa buffa di questa canzone: prima del pezzo strumentale, il cantante dice "I can see much clearer now I'm blind" e subito dopo si sente la frase in Italiano "Ora che ho perso la vista, ci vedo di piu'" (direttamente da Nuovo Cinema Paradiso). La prima volta che sentii il pezzo mi chiesi... chi ha parlato? Credo abbia fatto lo stesso effetto a tutti gli Italiani ;-) E poi, "Surrounded", pseudo ballad, con un tempo dispari e con melodia affascinante.

E dopo... dopo... arriva "Metropolis Part I"... ah! un gioiello adorato dai fan (ed ovviamente odiato dai non-fan) che secondo molti meglio rappresenta i Dream Theater; toni epici melodici, sostenuti come sempre da una tecnica impressionante, da linee melodiche orecchiabili e ancora una volta da una parte strumentale pazzesca (dove si assiste anche ad un piccolo solo di basso con tapping, che John Muyang, il bassista, non si "scrollera'" mai di dosso).

Altro pezzo che colpisce nel segno, "Under a Glass Moon", che alla strofa melodica alterna un ritornello molto heavy. Ancora una volta, da chitarrista, non posso che rimanere impressionato da un altro solo di chitarra in cui John mostra tutta la sua tecnica, bravura e tocco.

Prima del gran finale, il bellissimo pezzo caratterizzato soprattutto dal piano, "Wait for sleep" che viene direttamente dal tastierista Kevin Moore; il tema del pezzo viene poi ripreso nel pezzo finale del disco, (e che finale!) "Learning to live", il pezzo piu' lungo del disco, piu' di 9 minuti. Ancora una volta i Dream Theater mettono in mostra tutta la loro bravura compositiva (per la quale l'innegabile tecnica musicale e strumentale e' il mezzo, non il fine!).

Non potrei fare a meno di questo disco! Ed i Dream Theater rimangono tutt'oggi uno dei miei gruppi preferiti (rimando alla sezione apposita del mio blog musicale).

Altra piccola curiosita': nello specificare gli autori delle canzoni, invece di scrivere "music by... lyrics by..." e' scritto "images by... words by..." ed in effetti mi piace pensare alle canzoni di questo disco come ad immagini e parole.

I concerti dei Dream Theater sono un altro momento bellissimo, anche se, temo, Gianluca non sia d'accordo... ;-)
ma questa e' un'altra storia.

Ringrazio i teatranti del sogno, per avermi riportato a sognare, dopo gli incubi del grunge :-)

3 commenti:

Pilu ha detto...

Grazie, Lorenzo! Nel mio (quasi) totale rifiuto degli anni ottanta e novanta, non sapevo che ci fosse del rock così bello!

Visto, poi, che ci sono vi dico che il mio commento arriva così tardi, a causa della mia filosofia riguardo all'acquisto di CD. Sono assolutamente contrario alla condivisione in Internet e non credo che questo possa diminuire i prezzi dei CD. Invece, io compro i CD solo se costano non più di 10 euro: quindi, ho dovuto aspettare di trovare questo (splendido) disco a un prezzo ragionevole.

betto ha detto...

nooo... quindi ti piace Images and Words?

Grande!

:-)

Allora ti diro' di altri dischi di questo gruppo.

Pilu ha detto...

Beh, ora non esageriamo... non posso portarmi più di 132 dischi sull'isola deserta!