martedì 22 aprile 2008

Tin Machine


Gli anni 80, ve li ricordate? Le tastiere che si imbracciavano come chitarre (ma erano in grado di suonare?), le batterie che emettevano un suono simile al sintetizzatore sonoro del mio Vic 20, belloni cotonati che cantavano senza microfono e si agitavano con delle chitarrine che, ovviamente, non erano collegate ad alcun amplificatore. Le ragazzine adoranti che si strappavano le vesti per questi pupazzotti messi su in qualche laboratorio dalle case discografiche. Quanti di quei gruppetti di cialtroni sono stati acclamati come gli ennesimi eredi dei Beatles? Il trionfo della musica di plastica (e mi voglio fermare alla musica!).

Questo fenomeno non ci avrebbe scombussolato piu' di tanto se fosse stato limitato soltanto alle meteore che scomparivano dopo il primo 45 giri; tant'e' che si ripete periodicamente. La cosa terribile fu la conversione alla "musica di plastica" da parte di mostri sacri protagonisti degli anni '60 e '70. In questi anni (gli '80), forse spinti dal desiderio di sperimentare nuove soluzioni offerte dalla tecnologia, artisti come Neil Young, Lou Reed, Rolling Stones, David Bowie - e l'elenco potrebbe continuare - hanno prodotto il peggio della loro discografia.

Restiamo su David Bowie. In quegli anni pubblico' Let's Dance, Tonight e Never Let Me Down. Tre esempi perfetti di musica finta e inutile, insomma, insignificante. Tuttavia si trattava pur sempre di Bowie, quindi roba inutile ma di gran classe.

Il decennio sta per finire, siamo nel 1989, l'inconsistenza della musica del decennio che stava per terminare era oramai evidente anche agli stessi protagonisti. Si sentiva il bisogno di cambiare e riportare la musica rock alle origini, alla semplicita' del suono voce-chitarre-basso-e-batteria. David Bowie, Reeves Gabrels, Tony Sales e Hunt Sales danno il via al progetto Tin Machine.

Il loro primo disco (che ha il nome della band) esce proprio nel 1989. Il nome di David Bowie non compare in copertina, compare soltanto nell'elenco dei membri della band. Gli altri tre sono quasi sconosciuti al grande pubblico anche se i fratelli Sales avevano gia' avuto modo di farsi notare nella sessione ritmica che accompagnava Iggy Pop sul finire dei '70.

Veniamo al disco. Il suono e' molto duro e la produzione e' scarna. Tirato dalla prima all'ultima canzone. Un disco di rottura, e non solo dal punto di vista musicale ma anche nei testi delle canzoni che spesso affrontano temi difficili, duri con un linguaggio spesso oscuro e brutale. Tra le canzoni, piu' o meno tutte allo stesso livello, nessuna hit da "all the best"; invece dodici canzoni che compongono un disco solido ed omogeneo. La versione su CD che ho comprato recentemente contiene due bonus track per niente male. Tuttavia, a me che ho apprezzato l'LP originale, questi due pezzi in piu' sembrano dei corpi estranei.


Il secondo disco del gruppo, Tin Machine II, e' stato accompagnato da un tour mondiale in piccoli locali e teatri in cui venivano proposte soltanto canzoni dei due album dei Tin Machine insieme a un paio di cover. Nessuna concessione al vecchio repertorio di Bowie.

Qualcuno potrebbe dire che non e' vero che negli anni 80 la musica era rappresentata soltanto dai capelloni cotonati e dai vecchietti che si sono piegati all'uso eccessivo dei sintetizzatori. Effettivamente questo e' vero, in quegli anni si continuava a fare del buon rock soprattutto sperimentale (un gruppo tra tutti i Pixies). Il punto e' l'ignoranza di chi scrive: ho conosciuto questi gruppi qualche anno dopo, quando alcuni erano gia' sciolti! A proposito di Pixies, ho sentito parlare di loro per la prima volta proprio grazie alla cover di Debaser che facevano i Tin Machine nelle esibizioni live.

Purtroppo dopo Tin Machine II soltanto un VHS dal vivo (mi sembra a Stoccarda), qualche buon bootleg ma nessun altro disco di inediti. Si vociferava a proposito di un Tin Machine III che non e' mai arrivato. Dopo l'avventura Tin Machine, David Bowie e' tornato a fare il "solista" ma questa e' un'altra storia.