lunedì 30 giugno 2008

Moonflower

In una partita a Briscola per giocatore fortunato si intende colui che è in possesso di carte fortunate: carichi da consegnare al compagno quando se ne presentera’ l’occasione, oppure, meglio ancora, per viverla da protagonista, avere lui stesso delle carte vincenti che, quando giocate, renderanno quella mano importante.

Ci siamo gente, sto per calare un asso!

In questi casi si usa avvisare prima, come una hostess usa fare con i passeggeri che stanno per decollare insieme a lei su un Jumbo verso un paese tropicale. Per cui, cari lettori, vi consiglio di mettervi comodi e allacciare le vostre cinture di sicurezza perche’ presto si volera’.

Questo asso ha i baffi, i capelli ricci, e’ secco allampanato, ha delle mani, che quando sono sopra una chitarra elettrica hanno il potere di dargli vita, nel vero senso della parola. Si e’ un asso, e tutti sanno che ce ne sono pochi in un una mazzo di 40 carte!

Come al solito nella mia presentazione non entrero’ in disquisizioni tecniche, c’è chi è molto piu’ bravo di me a farlo, provare per credere: basta sospendere per un attimo la lettura di queste righe, aprire una nuova finestra sul vostro motore di ricerca, sul segno di prompt impostare la parola “mitico” e lui non fara’ molta fatica a rispondervi che forse volevate cercare Carlos Devadip Santana.

A questo punto è consuetudine accettare l’ovvio consiglio, entrare nella sua superba discografia e gustarsi i dettagli di Moonflower. Questo è l’album che mi voglio portare dietro e magari, perche’ no, imporlo ai miei compagni in viaggio verso le nostre isole.

Nel mio paio di interventi su questo blog la melodia e’ stata ricordata al pari valore con le parole che l’accompagnano, con Carlos la musica è invece sovrana: nelle sue esecuzioni il testo è comprimario e ha solo il compito di valorizzare la magia del suono che l'autore desidera imporre.

Parto subito con una critica, forse l’unica possibile: la copertina, secondo me l’unico punto debole. Io, per il suo contenuto esplosivo, mi sarei trovato un vulcano in piena eruzione con esuberanza di lava e lapilli, perche’ di questo si tratta.

Da oggi vorrei dare consigli all’ascolto aprendo una rubrica da portare avanti, con il vostro sostegno, basata sulle emozioni che si vogliono raggiungere:

per “sdarvi” consiglio She's not there. Se siete sposati e avete figli come me, e loro sono in casa, è necessario assicurarsi che tutti siano andati a letto, ed entrati nel loro secondo sonno.
Procurarsi una cuffia wireless, fare delle prove a basso volume facendo rigorosa attenzione che la musica passi da li’ e non dalle casse: sembra che l’inzio del pezzo sia proprio dedicato a questo preliminare, ma poi ( o poi!), poi si parte! Abbassare le alogene, mettersi scalzi, prepararsi per l’occasione appena due dita di cognac se e' inverno o due di Grand Marnier con ghiaccio se invece e' estate, che forse potranno tornare utili durante l’ascolto, chitarra virtuale in braccio, freno inibitore abbassato, e via.

Mi rendo conto in questi momenti di non essere un esempio di posatezza razionale per mio figlio e tanto meno di dare quella sicurezza morale che una moglie vorrebbe trovare sempre in un marito, ma loro non mi vedono, e dormono, e se una volta succedera’ che si sveglino durante il mio “ single party” gli diro’ la verita’, che la colpa è di Santana.

Se volete continuare farvi del male e farvi avvolgere in un ritmo infernale, ma poi non dite che non vi avevo avvertito, consiglio di lasciare andare libero il terzetto in fila del lato A del primo dei due dischi: Carnaval, Let the Chilldren Play, Jugando.

Per “sbalordirvi” via libera con Soul Sacrifice. Siete diffidenti? Non dovrebbero esserci motivi, ma per levarvi ogni dubbio andate su Youtube e guardate cosa Carlos a Woodstock ha combinato con un batterista emergente, che gia’ da allora si sapeva che sarebbe diventato leggenda: Graham Lear. Siete ancora qui? Andate, andate. Vi aspetto!

Visto? Vi piace questo clima? Ascoltatevi subito El Morocco, Savor, Dance Sister Dance in modo da fare continuare la favola.

Per creare ambienti sensuali e primi approcci che possano portare a esiti sicuramente positivi, consiglio caldamente Black magic Woman: da ragazzetto le melodie di questa canzone, in una serata che ricordo ancora, mi spinsero alla conoscenza di una bambolina da sogno, ma questa è un'altra storia.

Da ascoltare in una serata che preannuncia risvolti molto sentimentali, vi consiglio una scaletta musicale ritagliata da questo album: si parte con Dawn/Go within, I’ll be waiting, Bahia, Tanscendance, Gypsy Queen, per dare il meglio poi con la intramontabile Europa, e finire in bellezza con la mai troppo ascoltata Flor D’Luna/Moonflower.

Vi saluto con Zulu, forse, dato il nome, la canzone con cui socializzero’ con gli abitanti della mia isola nel caso non sia proprio deserta.

venerdì 13 giugno 2008

Machine Head

Credo si possa dire tranquillamente che qui siamo di fronte ad un disco che ha fatto la storia del rock; senz'altro il gruppo in questione, i Deep Purple, hanno fatto storia, pero' credo che questo sia uno dei loro capolavori meglio riusciti.

Basterebbe un pezzo contenuto nel disco per renderlo storico: Smoke on the Water! Si', la canzone col mitico Riff (notare la maiuscola)! Quel riff che tutti una volta nella vita, con in mano uno strumento a corde, ha provato a suonare e si e' subito sentito proiettato nel rock! Quel riff che tutt'ora uno si chiede "ma come hanno fatto a tirarlo fuori?".

Ma Smoke on the water non e' l'unico gioiellino del disco; in realta' si potrebbe dire che praticamente tutti i pezzi del disco sono gioiellini; pero' uno in particolare merita un'ulteriore citazione, e cioe' il primo pezzo: Highway Star! Scusate se da chitarrista metto subito l'accento sull'assolo di chitarra (tutto il pezzo e' fantastico), ma qui siamo in presenza di uno dei piu' bei assoli di chitarra del rock, e soprattutto si tratta di un assolo che ha fatto storia! Dentro c'e' la genialita' e la spettacolare tecnica del grande Ritchie Blackmore! Molti all'epoca rimasero stupefatti da quest'assolo che presentava idee tecniche e melodiche molto interessanti, come gli arpeggi che sono appena prima della parte funanbolica rappresentata da quelle veloci quartine (si', sono quartine e non terzine, nonostante le note siano solo tre, la terza e' ripetuta; e non sono poche le trascrizioni che sbagliano quando riportano la trascrizione di questa parte)!

E che dire di Lazy? Un altro cavallo di battaglia del gruppo! Pezzo quasi strumentale (se non fosse per un breve intervento cantato a meta' del pezzo), dove tutti si scatenano durante tutta la lunghezza del brano. Non mi e' mai riuscito di trovare un pezzo brutto in quest'album! Peraltro e' strano che Never Before, nella quale il gruppo aveva creduto come singolo di punta, non abbia mai avuto il giusto successo, ma lo meriterebbe!

Mi permetto di concludere il post facendo un po' di pubblicita' alla cover band dei Deep Purple in cui suono da quasi 10 anni, i Purple Sucker, ed i relativi siti web: http://www.purplesucker.com, http://youtube.com/purplesucker, http://myspace.com/purplesuckerband.