sabato 14 marzo 2009

American/English

Una cosa che mi capita spesso quando ascolto un LP è agganciarlo al periodo in cui non potevo fare a meno di averlo a portata di mano.

Come una droga, insomma! Lo ascolto e... zac! Mi ritorna in mente di quel momento pressoche' tutto. Per capirne le dinamiche vi invito alla lettura dei miei precedenti interventi su questo blog: un pò  di pubblicità non guasta mai ;-) .

Immaginatevi due piccoli camper con a bordo due famiglie ben affiatate fra di loro, una bella vacanza davanti e soprattutto buona musica a farne da colonna sonora, fondamentale quando si viaggia in macchina mentre si vedono cose nuove, fondamentale per valutarne al meglio i dettagli e renderli indimenticabili.

Gli Acoustic Alchemy hanno questo di bello, rendono straordinari i momenti che vivi, o almeno a me è la sensazione che danno quando li ascolto. Mi rendono protagonista di cio' che in quel momento vivo, come se quel paesaggio che mi si presenta davanti senza di me non possa esistere.

Voi non ci crederete, ma quando ascolto il loro album American/English mi ritorna in mente quella fantastica vacanza nell'Agosto di quasi quattro anni fa. 

Il jazz prodotto dalle loro chitarre elettriche è particolarmente accattivante. I temi dei loro pezzi non sono mai noiosi, anzi oserei dire che ti prendono  cosi' tanto da anticiparne mnemonicamente, una volta che li hai ascoltati anche solo una volta, gli arpeggi: una cosa che ha del miracoloso, non credete?  Cosi' da rendere l'ascolto quasi una predisposizione simile a quella che possono avere i bambini quando ascoltano le fiabe che amano.

Dopo un volo Firenze - Eindhoven, fu  un autubus a portarci alla prima base dove ad attenderci erano pronti i nostri camperini che, dopo una sosta di un paio di giorni, ci sarebbero stati utili per visitare l'intera Olanda.

Ovviamente la prima base non poteva essere che lei, Amsterdam. Non l'avevo mai vista prima e ne rimasi subito affascinato: come un incipit di una vacanza non era veramente male!

Rifletto spesso sul perchè fu amore a prima vista,  ma poi realizzo che la colpa poteva essere di The Crossing, il brano che senz'altro ho ascoltato quando arrivammo. Mamma mia quante volte l'ho selezionato sul mio iPod! Dovete sapere che quando organizzo le mie Playlist è il pezzo onnipresente: una mania di certo!

La gioia di esser in quella città era contagiosa: ricordo che dalla mattina alla sera grandi e piccini si divertivano a prendersi  in giro, a rincorrersi lungo i canali,  a inventare giochi sempre nuovi con una gioia contagiosa scandita della note di So Kilie nel quale il ritornello banale scandito dalle coriste ne fa da giusto contraltare.

Salto di descrivere il tugurio dove dormimmo ad Amsterdam, forse unica nota stonata dell'intera vacanza, o forse no perchè, nonostante  in buona sostanza fosse una grossa stanza dove tutti dormivamo insieme, forse, è stato proprio esso a permetterci di cementare di più la nostra grande amicizia.

E poi ... Partenza! Camper e via! Prima tappa il romantico faro di Marken! Per raggiungerlo ci costo' una grande camminata.  Ebbi tutto il tempo di ascoltarmi gli arpeggi acustici espressi da quella grande coppia: Greg Carmichael e Miles Gilderdale, che nei brani Trinity, The 14 Carrot Cafe, Get up per non parlare di una delle canzoni piu' dolci e indimenticabili che abbia mai ascoltato: Cherry Hill che mi rimanda ai bei tramonti sul gelido  Mare del Nord nel quale io e il mio grande amicone, con la stazza con cui si ritrova, ci siamo eroicamente tuffati in una altrettanto gelida mattina, guadagnandosi non so quanti punti agli occhi di mogli, figli e di un centinaio di increduli gabbiani.

 

La sera dormivamo nei campeggi che in Olanda sono libidine pura. Tutt'altra cosa rispetto al tugurio di Amsterdam!  Siccome mi svegliavo presto, per non disturbare  il sonno degli altri, cominciavo in netto anticipo gia' a pregustarmi  ciò che dopo un paio d'ore avrei visto davanti al mio immancabile caffe', all'inossidabile guida della Lonely Planet e, ovviamente, al mio iPod veicolo di tante gioie come l'ascolto di brani come Liliac Lane, She speaks American English, The Detroit Shuffle.

Einkhuizen, Utrecht, la Frisia posti che non so' se rivedro' ma se dovesse risuccedere potete stare certi che a farmi compagnia ci saranno loro, gli Acoustic Alchemy.

1 commento:

Pilu ha detto...

Wow, Enzino! Mi fai quasi piangere... E comunque di quale stazza parli?