mercoledì 11 maggio 2011

Bandabardò di domenica mattina

Stamattina sono andato a comprare il giornale, La Repubblica.

Una lieta sorpresa mi attendeva.

Nella solita rubrica domenicale, quella posta a metà giornale e che mi spinge da un po' di Domeniche a questa parte a uscire fuori di casa di buon ora la mattina di un festivo, anziché starmene a fare cose così come vengono, cos'e' che ti trovo? Una intervista alla Bandabardò.

Be', che si fa in questi casi? Semplice si va a intuito.

Capita di trovare l'esigenza di prepararsi il campo un po' come fanno i campeggiatori appena arrivano alla loro bella piazzola, tutta all'ombra in una rovente giornata d'Agosto: non vedono l'ora di predisporre tutto perbenino prima di piazzarsi su un bello sdraio. Esattamente quello che ho fatto appena tornato a casa stamattina con giornale, sedia e tavolino sul mio terrazzo, senza dimenticarmi, ovviamente, dell'iPod con a bordo l'album Tre passi avanti di Errichez e compagni.

E mentre le melodie dei miei chansonnier facevano breccia in quella che poteva diventare una abituale apatica Domenica, mi apprestavo a iniziare la lettura dell'articolo. Giova segnalare a chi avesse voglia di continuare a leggere queste tre righe, che a me la Bandabardò piace per le melodie esotiche che ti invitano a pensare a posti e luoghi e diversi da quelli da dove vivo: un pretesto, insomma, per far uscire i tuoi pensieri dallo stalletto della vita in cui essi sono quasi tutti relegati.

Intendiamoci, non voglio dire che nei loro loro testi non ci sia roba che ci casca addosso tutti i giorni! E' che la loro musica è così particolare che porta a evadere, a volare! Anche se poi, ciò che cantano, agisce come una palla al piede che trattiene a terra i tuoi voli un po' troppo azzardati, ironizzando su tutto ciò che ci circonda.

E allora avanti così! Ascoltiamo e cantiamo prendendoci tutti in giro, e proviamo, finalmente, a leggere questo articolo.

Leggendo cosa dice Errichez capisco, cavolo capisco, e condivido. Come non essere d'accordo con lui quando parla della palla al piede dei nostri sogni? Inutile dire che si parla di Berlusconi, e sulla scarsa fiducia che ispira Renzi, il nostro rampantissimo sindaco, quando idealizza sul nostro futuro.

Ma anche, e soprattutto, cosa vuol dire essere di sinistra oggi. E allora? E allora cantiamoci su.

Ironizziamo anche sul nostro futuro, su quel poco che abbiamo fatto e su ciò che lasceremo ai nostri figli. Tutti insieme con la Bandabardò.